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venerdì 16 dicembre 2011

Del senso del Sacro e della Grazia negli Antichi - nel canto della Dea [4]


Dal "report del senso del sacro e della grazia e connessioni con la decrescita"
(quarta parte)

a cura di Filomena e Daniela


In CERCHIO ci prendiamo per mano e intoniamo un canto ognuno sceglie una vocale e canta insieme agli altri facendo un girotondo.

Del tessere e del filare nel canto della Dea”


“ … in queste mura, soggiorna, io non so ben se donna o diva.

Che tele operando, del suo dolce canto

Tutte fa sentir la casa intorno. …”


La Dea tesse e canta. Ai fili e all’opera delle sue dita, aggiunge il suono, la vibrazione, il suo respiro.

La Dea accompagna il suo canto con l’opera delle sue dita, intrecciando materialmente i fili del mondo.

Ella, dunque, entra nel mondo, diventando mondo lei stessa.

Come una antica divinità, ella crea non solo con il suono della sua voce, che è pneuma, soffio, spirito, sostanza eterea e sottile; ma anche con l’opera delle sue mani che plasmano lo spirito e lo rendono tangibile nel mondo. Il suo canto, non appena fuoriesce dalla sua bocca, sembra addensando, divenendo il filo lucente con cui la Dea tesse la tela dell’universo.

Come il ragno, dalla cui bocca fuoriesce il trasparente filo che diverrà tela, così dalla bocca di Circe fuoriesce il luminoso filo per divenire il canto ammaliante con cui la Dea imprime all’universo un ritmo di suoni, con pause e cadenze precise.” 1


. Ciò che proveremo a fare noi ora, come in un viaggio Creativo/Costruttivo, sarà quello di tracciare un percorso, una strada, un arazzo, un lavoro di tessitura2 …. Non sappiamo dove ci porterà questo viaggio fatto di fili e colori …. Non stiamo percorrendo una strada già progettata e che ci conduce velocemente a destinazione. Non lo sappiamo … ma il coinvolgimento di tutte/i noi ci rende partecipi di un processo di condivisione e “la costruzione della strada diventa inseparabile dal viaggio stesso”3.


  • Noi qui abbiamo una tavolozza intatta, questa tela bianca con la quale costruiremo un percorso che dal Sacro e dalla Grazia passa alla connessione con la DECRESCITA

  • le parole magiche e il significato simbolico delle stesse e gli stessi simboli sono come un gancio per i differenti passaggi della nostra tela a forma di cerchio

  • Partiamo dalla nostra narrazione autobiografica “l’incontro con il sacro per me” in una forma spiraleggiata

  • Alla ricerca delle caratteristiche della DEA Mefitis: le Carte delle DEE (mettere le divinità che abbiamo scelto e dato a Filomena)


ESTIA - LA DONNA RAGNO - AFRODITE - DEA DELLA NASCITA DI CATAL HUYUK - SANSUNA DI GGANTIJA - KALI - CHALCHIUTLICUE - DEA DI WILLENDORF - INANNA - ECATE - GAIA - DEMETRA E PERSEFONE - RHIANNON ISIDE - ASTARTE - MARIA - DEA DEI SERPENTI DI CRETA


In questo contesto dove si trova il maschile e quale maschile?


Daniela rimanda alla figura del paredro per nominare il compagno della dea/maga/sacerdotessa. In altre parole, potremmo anche dire che è uno dei ruoli del maschio in una società matrifocale.... anche la parola "eroe" che adesso significa proprio il contrario, cioè una quintessenza della mascolinità patriarcale violenta e necrofila, nasce dal paredro di Era, e in origine significava proprio caro alla dea, sacro perché consacrato alla dea.


  • A che rito giochiamo?


Gianluca ha chiesto di dividerci in due gruppi. Uno maschile, l’altro femminile. C’è stato immediatamente un consenso unanime a muoverci in questo modo.

Il gioco consiste nel progettare, ideare, creare un rito. Daniela ha portato del materiale che viene messo a disposizione dei due gruppi … i quali scelgono in relazione al loro sentire … che è anche in funzione del proprio genere.

I gruppi hanno lavorato in maniera molto creativa e anche in relazione ai loro archetipi e al loro sentire … uno maschile … l’altro femminile. Anche nella scelta del materiale c’è stata questa divisione e anche nella rappresentazione.

Il momento è stato molto intenso e anche giocoso … mi domando se il gioco è un rito o viceversa …


1 CIRCE – La seduzione che trasforma – Carla Lanfranchi – Il club delle Streghe

2 ARCHEOLOGIA E LINGUISTICA: sulla tessitura

Un lavoro pioneristico è di Elisabeth Barber (1989).

La sua analisi ha mostrato una chiara stratificazione di termini greci, con particolare riguardo alla terminologia della Tessitura.

Per esempio, quando esaminò i termini della tessitura, trovò che le poche parole erano originariamente indoeuropee, mentre la maggior parte erano non indoeuropee. I termini indoeuropei riguardano solo ciò che si usa nella tessitura nel telaio più piccolo e più primitivo: il telaio a banda. Le parole usate per i telai più avanzati e per la tecnologia della tessitura “punto di cucitura”, “pesi del telaio”, “passo d’ordito”, “liccio”, “trama” – furono prese in prestito dagli abitanti indigeni (pre-indoeuropei) della Grecia.

Questo suggerisce chiaramente che gli Antichi europei possedevano una conoscenza avanzata della tessitura, un fatto confermato dall’archeologia, i parlanti indoeuropei erano primitivi da questo punto di vista. Quando si insediarono in Grecia gli indoeuropei adottarono la tecnologia della Tessitura dai popoli indigeni. Tali scavi nella parola

(archeolinguistica o paleontologia linguistica) gettano nuove luci sulla cultura dell’Europa prima degli indoeuropei.

(Marja Gimbutas – Kurgan)

3 Quintessenza – Realizzare il futuro arcaico - MARY DALY – le civette di venexia



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