Benvenuti

Benvenuti nel blog del LABORATORIO ITINERANTE della DECRESCITA di ROMA

giovedì 1 luglio 2010

[2/6] Come far diventare il comportamento individuale un modo di vivere collettivo?

Riportiamo una serie di quesiti e proposte elaborati da Alberto Castagnola per la tre giorni sui temi della decrescita
"MALTAGLIATI E VECCHI MERLETTI" : Bolsena il 17–18–19 Ottobre 2008.

[2/6] Come far diventare il comportamento individuale un modo di vivere collettivo?

[Riguardo ai comportamenti individuali sono presenti diversi teschi e schede, come la numero 14 del sistema informativo della Città dell’Altra Economia, con i suggerimenti su come modificare i propri consumi individuali e familiari. Dovrebbero servire...] per individuare le difficoltà che si incontrano e per trovare il vostro approccio individuale ad un diverso atteggiamento verso i meccanismi economici dominanti e nei confronti delle logiche da seguire per sottrarsi ai vincoli e ai condizionamenti del sistema.


La seconda parte della domanda è molto più difficile, perché come convincere gli altri e come diffondere modalità collettive di un ben vivere ecologico e più umano richiedono un complesso di azioni e una pluralità di impegni che ancora non si sono espressi in misura consistente in pratica da nessuna parte. Butto là qualche indicazione sconnessa, tanto per

far comprendere la portata delle difficoltà che si incontrano:

    • I condizionamenti (pubblicità, televisione, consumi imposti come i telefonini o le scarpe a punta) sono penetrati in profondità e per essere sciolti o estirpati servirebbe una psicoanalisi di massa; quindi solo una controinformazione molto accurata, protratta nel tempo e diffusa con tutti i mezzi possibili può avere qualche effetto contraccettivo, può far nascere dubbi, far emergere contraddizioni, opporsi in modo capillare alle tecniche di vendita e ai fenomeni di imitazione di massa
    • Servirebbe addirittura un linguaggio molto nuovo, in positivo, volto ad agevolare le assunzioni di responsabilità, mentre finora si sono usate tecniche vecchie, datate, ormai poco incisive (cortei, concerti, volantini e volantoni, giornali e radio privi di mezzi, ecc.), e rifiutando di fatto metodi come il teatro dell’oppresso o una didattica coscientizzante alla Paulo Freire
    • Alcuni fenomeni di massa (il baratto in Argentina con un milione e mezzo di persone coinvolte oppure le organizzazioni di donne in India, con le 200.000 aderenti della Sewa) sono chiaramente dovute a delle necessità economiche impellenti, molto gravi e di lunga durata, che hanno costretto intere popolazioni a muoversi collettivamente. Dobbiamo augurarci che questi fenomeni si moltiplichino prima che i danni ambientali ci distruggano come specie?
    • Il ricorso alle reti, intese come un modo di collegarsi orizzontale, ben diverso da quello a piramide di partiti e sindacati, è ancora recente, però trova forti ostacoli alla sua espansione anche da parte di organizzazioni che a parole sono di movimento, perché in realtà mettono in discussione le forme verticali di organizzazione del loro potere interno, mentre le sinistre non riescono ancora a concepire forme di organizzazione di una comunità nazionale che non comporti la presa del potere (cioè basate in misura sostanziale su una vera e diffusa partecipazione dei cittadini alle scelte di interesse collettivo).

Nessun commento:

Posta un commento