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Benvenuti nel blog del LABORATORIO ITINERANTE della DECRESCITA di ROMA

lunedì 9 dicembre 2013

Decrescita e società: gli studi matriarcali

Vi segnaliamo l'appuntamento di lunedì 9 DICEMBRE DALLE ORE 20,15  E FINO ALLE 21 

su RADIO ONDA ROSSA (87.9 FM a Roma)  
http://www.ondarossa.info/


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GLI STUDI MATRIARCALI: LE SOCIETA’ MATRIARCALI E LE CULTURE INDIGENE NEL MONDO

Partendo dal lavoro della ricercatrice tedesca Heide Goettner – Abendroth tradotto finalmente in italiano nel libro le società matriarcali  proverò a mettere  in evidenza  la connessione tra le società matriarcali e le “sensate” società della decrescita.
L'autrice scrive : “ In questi studi c’è comunque una aspetto che supera per importanza tutti gli altri, ed è l’insegnamento che offrono le società matriarcali, dalle quali possiamo trarre soluzioni ai problemi sociali di oggi ed il coraggio per fare i passi politici necessari a stimolare il processo di trasformazione della società patriarcale in una società umana. Alla luce delle profonde crisi ecologica, economica e politica che oggi stiamo affrontando, questa è un’assoluta necessità.”
in questo TRASMISSIONE :

STORIA CRITICA DEL PENSIERO SUL MATRIARCATO

L’idea che esisteva una forma di società chiaramente distinta dal patriarcato comparve solo nel XVIII e XIX con il lavoro di J.J. Bachofen e altri. Nel 861 scrive “Il diritto della Madre” aprendo la strada alla discussione in questo campo.
Tuttavia nel 1724 Joseph Francois Lafitau propone una narrazione della vita quotidiana degli Irochesi, presso i quali viveva in Canada, dando una descrizione particolareggiata specialmente per quanto riguarda l’importante ruolo delle donne. Il suo libro è un importante fonte di dati.
Il malinteso nato sull’idea del dominio delle donne è dovuto proprio allo studio di Bachofen che, scrivendo del matriarcato, usava anche il termine ginocrazia e diritto della madre. Questo pregiudizio ostacola ancora oggi la ricerca inerente gli studi matriarcali.
IL DIBATTITO MAXISTA
  
STUDI ETNO - ANTROPOLOGICI
       
Saranno presenti con Daniela Degan
(Laboratorio Itinerante della Decrecita di Roma)
Monica di Bernardo e Francesca Colombini
le curatrici del Libro:
Matriarché. Il principio materno per una società egualitaria e solidale   C’è stato un momento nella storia dell’umanità in cui sono esistite società egualitarie e solidali, fondate sull’armonia con la natura? Secondo alcuni non solo ci sono state ma esistono tuttora, in alcuni luoghi del mondo, società pacifiche, fondate sull’equilibrio di genere e in accordo con la natura. Si tratta di organizzazioni matrilineari o matrifocali in cui la maternità è considerata il valore fondante. Matriarché è un progetto interdisciplinare volto proprio allo studio di queste società che, in passato, ma soprattutto nel presente creano un contesto sociale più armonico, dove la relazione uomo-donna e le relazioni in generale sono fondate sui princìpi della cura e della nonviolenza.


lunedì 25 novembre 2013

LE MANI IN PASTA... COL LAB. ITINERANTE DELLA DECRESCITA DI ROMA AL MERCATONONMERCATO DI SCUP


LABORATORIO ITINERANTE della  DECRESCITA     di Roma  

1 DICEMBRE 2013

per il MERCATONONMERCATO ECOSOLPOP

Via Nola n. 5 a SCUP - ROMA

Il lavoro manuale ci lega ad una preziosa idea di “fare anima con le cose” e, se attuato con consapevolezza, attiva uno scambio tra noi e il mondo e una manutenzione e cura del Mondo e della Vita; trattare con modalità sensibili e creative i materiali e gli oggetti,  “facendo bene”,  è capacità personale attraverso la quale possiamo veicolare la percezione del bello: le cose diventano uniche come noi siamo perché agiamo con intento nella ricerca delle nostre molte possibilità.  

alle ore 10  (puntuali): LABORATORIO di  MALTAGLIATI
re-impariamo insieme  a cimentarci nell’arte della pasta fatta in casa, imparando ad impastare a dare forma ad assortire sapori   e infine  mangeremo dissertando a pancia piena sul valore del buon gusto
Cosa faremo,  in queste ore di tempo soggettivo e liberato?
  • Maltagliati e FETTUCINE E FORSE RAVIOLI RICOTTA E SPINACI!
Lavoreremo con le nostre mani sapienti e uniche la materia, assaporando la potenzialità di un atto sensuale, finalmente in un tempo liberato dal consumo e dedicato alla relazione.  
Informazioni su  cosa portare:  - per i “Maltagliati” è necessario portare mattarello, spianatoia,  grembiule  … e le vostre sapienti mani!!!!
- Le uova e la farina saranno offerte dalla trattoria-cucina di Scup. Ciò che realizzeremo verrà donato alla cucina per il pranzo della giornata.
È necessario prenotare entro il 27 novembre 2013
Scrivendo a degadan@hotmail.com

mercoledì 29 maggio 2013

SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – scheda GILANIA


SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – scheda  GILANIA  

Il termine “gilania” è un’invenzione di Riane Eisler che nel suo libro Il calice e la spada così lo definisce:  «Per descrivere l’autentica alternativa alla supremazia di una metà dell’umanità sull’altra, propongo il neologismo gilania. Gi- deriva dal termine greco gynè, donna, an- viene da andros, uomo. La lettera l tra i due ha un duplice significato. In inglese rappresenta il linking (l’unione) delle due metà dell’umanità, contrapposto alla supremazia, come avviene nell’androcrazia, dell’una sull’altra. In greco, deriva dal verbo lyein o lyo, che a sua volta a un duplice significato: spiegare o risolvere (come in analisi), oppure sciogliere o liberare (come in catalisi). In questo senso la lettera l rapresenta la soluzione dei nostri problemi, mediante la liberazione delle due parti dell’umanità dalla avvilente e mistificante rigidità di ruoli imposta dalle gerarchie di domino insite nei sistemi androcratici».[1]
     
Indica l’eguaglianza di status tra i due sessi come presupposto per una evoluzione culturale intrecciata che tenga conto della totalità della società umana: è una struttura di pensiero e di organizzazione che ha caratterizzato civiltà fiorenti come quella minoico-cretese, contraddistinta da rispetto, solidarietà e interconnessione creativa tra uomo e donna.[2] 

Teoria della trasformazione culturale:  Secondo Riane Eisler la storia è il risultato dell’interazione tra due movimenti evolutivi. Il primo è la tendenza dei sistemi sociali a svilupparsi da uno stato primitivo verso forme organizzative più complesse, attraverso fasi legati a cambiamenti tecnologici; il secondo è il movimento di cambiamenti culturali generati dall’interazione tra due modelli fondamentali alla base dell’organizzazione di un sistema sociale e ideologico, da lei definito androcrazia  (di dominio) e gilania   (mutuale o di partnership). La sua teoria si affianca all’analisi di filosofi della scienza e della teoria dei sistemi come Ervin Lazlo. Questi studiosi ritengono che il mondo ha oggi raggiunto un punto di biforcazione cruciale della storia e che un ulteriore  cambio di direzione verso un modello di partnership possa contribuire efficacemente ad una svolta e ad un significativo cambiamento del sistema attuale.    

Potere di attuazione: il potere di nutrire, sostenere, donare,  creare e realizzare insieme (potere con e potere di) a differenza di dominare, infliggere dolore e distruggere (potere su o contro).
Sensibilità morale: definita dallo psicologo sociale e futurista David Loye con il termine di Moral Sensitivity, corrisponde all’attitudine innata degli esseri umani di nutrire e avere cura di sé e degli altri. Attraverso una ricerca approfondita sulle annotazioni originali di Charles Darwin. Loye ha dimostrato che lo scienziato, nella sua teoria della evoluzione, aveva espresso l’importanza di esercitare le capacità umane più evolute quali l’amore e la morale.

Ricostruzione: muovendo dall’attuale decostruzione della critica postmoderna, le categorie tradizionali dell’organizzazione sociale, le relazioni di genere, la spiritualità e la creatività sono analizzate in base ai modelli di partnership e di dominio per mettere in luce le configurazioni proprie alle società androcratiche. Dalla decostruzione delle categorie di dominio tradizionali, è possibile avviare nuovi approcci per una ricostruzione dei sistemi sociali orientati sul modello più olistico e ugualitario della partnership.

La scheda è a cura di Daniela Degan preparata per il laboratorio:
 IL RESPIRO PROFONDO DI UNA NUOVA ERA: LA DECRESCITA’ CHE VERRA’”
Daniela Degan - Alberto Castagnola  -  Ilaria Mascaro
Realizzato  PER IL CONVEGNO “CULTURE INDIGENE DI PACE” – TORINO 2012




[1] Riane Eisler, Il calice e la spada. La nascita del predominio maschile (1987), Pratiche Editrice, Parma 1996, pp. 192-193. V. anche Il piacere è sacro, Frassinelli, Milano 1995.
[2] Le definizioni sono tratte dal libro di Riane Eisler di cui alla prima nota e scritte da (Stefano Mercanti in Glossario)

mercoledì 15 maggio 2013

SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – scheda Decrescita



 
  SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – scheda Decrescita

Tu vedi cose che esistono e ti chiedi: perché. Io sogno cose mai esistite e mi chiedo: perché no?
G.B.Show
Il circolo virtuoso delle società della decrescita
Latouche promuove allora non un programma politico ma un modello concreto … un sogno possibile? Più semplicemente un circolo virtuoso dove le tappe si legano l’una all’altra: le otto R.
Ø  Rivalutare                                                    
Ø  Ricontestualizzare
Ø  Ristrutturare
Ø  Rilocalizzare
Ø  Ridistribuire
Ø  Ridurre
Ø  Riutilizzare
Ø  Riciclare
Non è possibile raggiungere tutti gli obiettivi immediatamente, anche perché mettere in pratica questo circuito, comporta necessariamente una modifica dei nostri valori, su cui il mondo fino ad ora ha sempre funzionato. Abbiamo nella nostra testa un martello economico e se in testa hai un martello, la cosa più spontanea che ti viene in mente sono solo i chiodi! I chiodi in questo contesto sono i verbi produrre, lavorare, sfruttare sempre di più la natura, la tecnologia e la modernità.
Per cambiare i valori e l’immaginario, non bisogna essere un guerriero, ma un buon giardiniere armato della pazienza, della lentezza, del valore della reciprocità, dell’altruismo, certamente non dell’odio.
Attualmente i media che tipo di valori propongono? Non quelli della società della decrescita, non può aversi un risultato immediato il procedimento ed il processo sarà lungo, ma sarà “per amore” o non sarà.

La decrescita non è un modello e nemmeno un paradigma. Non è un termine simmetrico ma con il segno rovesciato a quello della decrescita (…) la decrescita non è una alternativa ma una matrice di alternative. (Serge Latouche)

La decrescita è un processo culturale di disapprendimento, che contempla una perdita ma che se affrontato consapevolmente per tempo permette anche una maturazione sociale ed ecologica. (Marco DERIU)

La disassuefazione  dallo sviluppo sarà dolorosa. Lo sarà per la generazione di passaggio e soprattutto per i più intossicati tra i suoi membri. Possa il ricordo di tali sofferenze preservare dai nostri errori le generazioni future. (Ivan ILLICH 1993) 

Conservazione, dismissione,  innovazione …. Società dove diverse forme di produzione, autoproduzione, riciclo,  rigenerazione,  scambio,  condivisione e   dono vivranno intrecciate l’una con l’altra e occorrerà abbastanza flessibilità nella nostra mente per sapere tenere insieme creativamente tutto questo,  per dargli una forma conviviale di buon vivere. (Marco DERIU)

La scheda è a cura di Daniela Degan preparata per il laboratorio:

 IL RESPIRO PROFONDO DI UNA NUOVA ERA: LA DECRESCITA’ CHE VERRA’”
Daniela Degan - Alberto Castagnola  -  Ilaria Mascaro
Realizzato  PER IL CONVEGNO “CULTURE INDIGENE DI PACE” – TORINO 2012



mercoledì 8 maggio 2013

SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – SCHEDA SVILUPPO



SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – SCHEDA SVILUPPO

Non è la felicità che conta? Non è per la felicità che si fa la rivoluzione? La condizione contadina o sottoproletaria sapeva esprimere, nelle persone che la vivevano, una certa felicità “reale”. Oggi, questa felicità – con lo Sviluppo – è andata perduta. Ciò significa che lo Sviluppo  non è in nessun modo rivoluzionario, neanche quando è riformista.
Esso non dà che angoscia.
SCRITTI CORSARI – P.P.Pasolini 

Il concetto di sviluppo: la sua data di nascita è fissata con precisione se ricerchiamo il senso che ha assunto in economia  l’attuazione di politiche e di progetti sugli stati. Si tratta del 20 gennaio 1949 – Casa Bianca. Il presidente del Stati Uniti d’America Truman definisce come regioni sottosviluppate la maggior parte del mondo. Il Presidente traccia il cammino: “Una maggiore produzione è la chiave della prosperità e della pace”.  In questa ottica, le nazioni vengono classificate come corridori: quelle attardate in coda e quelle che guidano la corsa. E, “gli Stati Uniti si distinguono tra le nazioni per lo sviluppo delle tecniche industriali e scientifiche. Camuffando i suoi interessi come generosità, Truman non esitò ad annunciare un programma di aiuto tecnico che avrebbe  eliminato “la sofferenza di queste popolazioni” grazie all’ “attività industriale” e all’ “aumento del tenore di vita”.

Definizione

Il dizionario definisce lo sviluppo nel seguente modo: rendere più grande, più forte, dare ampiezza. Tale impostazione fa pensare a qualcosa di esclusivamente positivo. Nella attuale società, quella nostra, del nord, il termine viene subito recepito, anzi meglio percepito,  nella sua dimensione economica poiché nel nostro immaginario l’economia non è più considerata come mezzo, ma semplicemente, diventa il fine. Così lo sviluppo è quello economico, la crescita è economica e le società sviluppate sono solo le società di consumo. Gli altri abitanti del mondo sono o in via di sviluppo oppure “sottosviluppati”. Eppure in molte civiltà,  prima di entrare in contatto con l’ “occidente”, il concetto di sviluppo era assente  questa parola non esisteva. In diverse lingue africane la stessa parola “sviluppo” non ha nessun temine equivalente. I Camerunesi di lingua eton sono molto espliciti: parlano di “sogno del bianco”. Altri esempi si possono fare ma il più delle volte le società tradizionali preferiscono assegnare maggiore importanza e attribuire valore alla continuità, alla regolarità, a una vita che conservi il suo corso familiare e sicuro e di relazione sociale.

Noi invece lo abbiamo definito bene il temine. Era il 20 gennaio 1949 e il  Presidente Truman fece questa dichiarazione:
“Dobbiamo lanciare un nuovo programma che sia audace, e che metta i vantaggi della nostra avanzata scientifica e del nostro progresso industriale al servizio del miglioramento e della crescita delle regioni arretrate. Più della metà delle persone di questo mondo vivono in condizioni vicine alla miseria. Il loro cibo è insoddisfacente. Sono vittime delle malattie. La loro vita economica è primitiva e stazionaria. La loro povertà costituisce un handicap e una minaccia, tanto per essi che per le regioni più prospere. Per la prima volta nella storia, l’umanità detiene le conoscenze e pratiche suscettibili per alleviare le sofferenze delle persone.
Gli Stati Uniti occupano tra le nazioni un posto preminente quanto allo sviluppo delle tecniche industriali  e scientifiche. Le risorse materiali che possiamo permetterci d’utilizzare per l’assistenza ad altri popoli sono limitate ,  ma le nostre risorse in conoscenze tecniche – che fisicamente non pesano nulla- non cessano di crescere e sono inestinguibili.
Credo che dovremmo mettere a disposizioni dei popoli pacifici i vantaggi della nostra riserva di conoscenze tecniche al fine di aiutarli a realizzare la vita migliore alla quale aspirano. E, in collaborazione con altre nazioni, dovremmo incoraggiare l’investimento di capitali nelle regioni dove lo sviluppo fa difetto.
Il nostro scopo dovrebbe essere quello di aiutare i popoli liberi del mondo a produrre, attraverso i loro stessi sforzi, più cibo, più vestiti, più materiali di costruzione, più energia meccanica al fine di alleggerire i loro fardelli.
Invitiamo gli altri Paesi a mettere in comune le loro risorse tecnologiche in questa operazione. I loro contributi saranno accolti calorosamente. Questa deve costituire un’impresa collettiva alla quale tutte le nazioni collaborino attraverso le Nazioni Unite e le loro istituzioni specializzate, per quanto sia realizzabile. Si deve trattare di uno sforzo mondiale per assicurare l’esistenza della pace, dell’abbondanza e della libertà.
Con la collaborazione degli ambienti d’affari, del capitale privato, dell’agricoltura e del mondo del lavoro di questo Paese, questo programma potrà accrescere grandemente l’attività industriale delle altre nazioni e aumentare sostanzialmente il loro livello di vita.
Questi nuovi sviluppi economici dovranno essere concepiti e controllati in modo da dare profitto  alle popolazioni delle regioni nelle quali saranno messi in opera. Le garanzie accordate all’investitore dovranno essere equilibrate da garanzie che proteggano gli interessi di coloro le cui risorse e il cui lavoro si troveranno impegnati in questi sviluppi.
Il  vecchio imperialismo – lo sfruttamento a servizio dei profitti stranieri – non ha nulla a che vedere con le nostre intenzioni. Ciò a cui pensiamo è un programma di sviluppo fondato sui concetti di una negoziazione equa e democratica.
Tutti i Paesi, ivi compreso il nostro, approfitteranno largamente di un programma costruttivo che permetterà di meglio utilizzare le risorse umane e naturali del mondo: L’Esperienza mostra che il nostro commercio con gli altri Paesi si sviluppò  con i progressi industriali ed economici.”



Dopo il passare del tempo da queste affermazioni di un pensiero che diventa unico, la realtà se indagata con attenzione fa emergere, come sostiene Gilbert Rist che lo sviluppo “è simile ad una stella morta, di cui si vede ancora la luce, anche se si è spenta da tempo e per sempre”.




La scheda è a cura di Daniela Degan preparata per il laboratorio:

 IL RESPIRO PROFONDO DI UNA NUOVA ERA: LA DECRESCITA’ CHE VERRA’”
Daniela Degan - Alberto Castagnola  -  Ilaria Mascaro
Realizzato  PER IL CONVEGNO “CULTURE INDIGENE DI PACE” – TORINO 2012