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giovedì 21 marzo 2013

SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO – scheda MATRIARCATO … “in principio erano le madri”



 SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO –  scheda  MATRIARCATO … “in principio erano le madri”[1]  


Definizione di Matriarcato di Heide Goettner-Abendroth
“La definizione di Matriarcato è oggetto di discussione nell’ambito dei Moderni Studi Matriarcali.
Matriarcato, nel senso di “governo delle donne”, è di fatto un concetto vecchio e obsoleto che non si conforma in nessun modo alle interessanti strutture economiche e sociali di diverse società indigene, che ancora oggi si autodefiniscono matriarcati, come i Minangkabau a Sumatra e i Mosuo in Cina.  Lì, si può vedere che le società matriarcali non sono solo l’inverso del patriarcato, in cui le donne governano sugli uomini – come vengono malinterpretate dagli occidentali”
Lo studioso che  si associa alla parola matriarcato è  J. Bachofen ( 1861) che, nel pieno del secolo positivista ed evoluzionista, riconobbe l’esistenza di società matriarcali e le interpretò con gli strumenti concettuali della sua cultura.
“Al contrario, le società matriarcali sono incentrate sulle madri e si fondano su valori materni: la cura, il nutrimento, che sostengono ciascuna/o di noi - in quanto madri, e anche quelle che madri non sono - gli uomini e le donne, tutte/i in modo uguale. In questo senso seguono il prototipo umano materno – con notevoli conseguenze, come ci ha illustrato Genevieve Vaughan.
Le società matriarcali sono consapevolmente costruite su valori materni e sul lavoro materno. Sono, come principio, orientate verso i bisogni. I loro precetti hanno lo scopo di rispondere ai bisogni di ciascuno/a con il maggior beneficio. Per questo nelle società matriarcali, l’essere madre, “mothering”- che ha origine come un fatto biologico - viene trasformato in un modello culturale. Questo modello è molto più appropriato alla nostra condizione umana di quanto non lo sia il modello del patriarcato, che concettualizza la maternità e la usa per rendere le donne, in particolare le madri, schiave.
Le società matriarcali hanno una struttura sociale non violenta, esistono senza lo sfruttamento di esseri umani, animali e natura; tutte le creature viventi sono rispettate. Sono società basate sull’economia del dono, che deriva dai loro valori materni, quindi “l’economia del dono è un aspetto dei matriarcati” (vedi Genevieve Vaughan). Sono senza eccezione basate sull’ uguaglianza di genere e molte di esse sono veramente ugualitarie. La ragione è che – oltre l’uguaglianza di genere – le loro decisioni politiche sono effettuate tramite il consenso, quindi non hanno la struttura di dominazione delle classi organizzate gerarchicamente. Si tratta di visioni, principi e linee guida sociali ben organizzati a cui tutti partecipano e che garantiscono modelli socio-politici buoni e una vita pacifica per tutti.”
Heide Goettner- Abbendroth     http://www.hagia.de
http://www.goettner.abendroth.de     Traduzione a cura di Anonima Network Bologna  Dicembre 2008


Matrilineari:  si riferisce ad un sistema sociale in cui l’eredità e la discendenza della prole viene trasmessa per via della propria madre, come per esempio nella cultura dei Nair o Nayar del Kerala (India), caratterizzata da forme di discendenza matrilineari.[2] 

matrifocale agg. [comp. del lat. mater -tris «madre» e focale, sull’esempio dell’ingl. matrifocal]. – Che colloca al centro la figura femminile: società m., quella in cui la figura della donna è centrale nella vita della comunità; famiglia m., nella quale è affidata alla madre una funzione di preminenza.


La scheda è a cura di Daniela Degan preparata per il laboratorio:

 IL RESPIRO PROFONDO DI UNA NUOVA ERA: LA DECRESCITA’ CHE VERRA’”
Daniela Degan - Alberto Castagnola  -  Ilaria Mascaro


[1] Il termine greco “archè” ha un doppio significato. Vuol dire sia “inizio” che “dominio”, perciò possiamo con cognizione tradurre “matriarcato” con “iniziare dalle madri”. “Patriarcato” invece si può tradurre correttamente con “dominio dei padri”.
[2] Le definizioni sono tratte dal libro di Riane Eisler di cui alla prima nota e scritte da (Stefano Mercanti in Glossario)

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